domenica 18 febbraio 2018

La gatta che si credeva il dottor Kildare - 12

- Cosa ci fai ancora a casa? È tardi, devi uscire. È ora di andare a lavorare. Su, su, fuori, fuori, e chiudi bene la porta, mi raccomando. Adesso io vado a riposarmi un poco, perché questi inizi di giornata sono veramente spossanti. Lasciatelo dire, cara amica, sei proprio faticosa da gestire! Lenta, disorganizzata, confusa: devo proprio accompagnarti passo passo o chissà che disastri mi combini. Ecco, arrivo a quest’ora stremata e devo assolutamente andare a farmi un riposino, bella tranquilla in santa pace, altrimenti non mi riprendo e mi rovino l’intera giornata
- Tu saresti stremata? E allora cosa dovrei dire io che oltre ad avere un mucchio di cose da fare, devo anche sprecare il mio tempo con una montagna di inutili discussioni con te? Mi segui come un’ombra, non mi fai neppure respirare, non mi dai tregua. Quasi quasi, faccio meno fatica al lavoro
- Sí, lo so che che preferisci il lavoro a noi. Credi che non l’abbia capito? A pranzo mangi velocemente qualcosa in piedi e alla sera non torni mai a casa. Sto ore intere ad aspettarti davanti alla porta: ormai sul pavimento ho stampato un’impronta indelebile
- Quanto brontoli! Non ti va proprio bene niente. Assomigli ogni giorno di più al nonno. Ti ricordi?quando stavamo uscendo, non avevamo neppure finito di indossare il cappotto che già ci chiedeva quando saremmo tornati. Una volta a casa, dovevamo lasciarlo tranquillo perché tutto lo disturbava e lo infastidiva. Deve essere un problema legato all'età...
- Guarda che anche tu non sei più tanto giovane, anzi. E poi cosa c’entra l’eta? La calma e la tranquillità mi è sempre piaciuta, probabilmente perché non ne ho mai goduta troppo. Vorrei farti notare che la nostra casa è una specie di porto di mare: non si sa mai chi entra, chi esce, chi ci sarà a pranzo e chi a cena. Continuamente musica a manetta, in una stanza uno che discute al telefono, in un’altra una videoconferenza su Skype monopolizza l’attenzione di tutti, non è una casa questa, ma una specie di girone infernale. Ci sono giorni in cui per sopravvivere sono costretta a nascondermi nel tuo armadio e poi tu hai anche il coraggio di strillare come un’aquila per qualche peluzzo che ti lascio sulla biancheria pulita. Certe volte sei proprio un’ingrata, ecco.
- Qualche peluzzo? Hai idea di che disastri mi combini? Ti spaparanzi sui miei maglioni più pregiati e me li lasci in condizioni pietose
- Cosa vorresti, che scegliessi quelli vecchi e ruvidi? Non sono mica scema, sai? Anche a me piacciono i tessuti morbidi morbidi, caldi e profumati. Ne hai di quelli veramente favolosi, così confortevoli, e poi hanno un così buon odore! Visto che non ho altro posto dove stare tranquilla, che almeno mi possa consolare in un posto intimo e piacevole
- Se la smettessimo con queste discussioni inutili? Mi stai facendo fare tardi, proprio oggi che ho un mucchio di cose da fare. Anzi, sai cosa ti dico? Questa telecronaca dei nostri dialoghi comincia a stufarmi e, secondo me, comincia ad annoiare anche i nostri lettori. È ora di fare qualcosa di nuovo e, questa volta, tu avrai solo un ruolo marginale: è arrivato il momento di dare più spazio agli umani e alle loro vicende, per una volta voi pelosi ve ne starete buoni buoni sullo sfondo senza interferire più di tanto
- Sei diventata matta? Io personaggio marginale? Guarda, carina, che la blogstar, anzi la blogStar sono io, solo io. Io sono piena di fan che mi amano, mi acclamano, mi adorano. Mettimi da parte e nessuno ti leggerà più
- Beh, questo è tutto da dimostrare. Secondo me, ti sei solo montata la testa. Staremo a vedere...
(Continua? Non lo so, dipende se riesco a spuntarla io o quella tiranna di Pallo...)

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